|
|
![]() Piccolo cantiniere, Olio su tela 1899
Ira, Olio su tela del 1890 |
I Suoi Quadri
Serata d'inverno in Trentino, del 1890
In occasione del 1600 anniversario della nascita del poeta del pennello Eugenio Prati (1842-1907), l’Amministrazione comunale di Trento ha voluto organizzare a Palazzo Geremia questa mostra dedicata al pittore trentino appartenente alla corrente realista del Secondo Ottocento ed estremamente legato alle tradizioni e alle bellezze naturali della nostra terra. Alla fine di maggio del 1892 uno dei suoi più celebri capolavori, “I primi fiori a Venezia’, venne esposto nella sala maggiore del Municipio di Trento prima di essere mandato alle feste Colombiane di Genova e da li alla mostra internazionale di Chicago dove, il 10agosto 1893, venne premiato con una medaglia d’oro. La sua notorietà fu diffusa in tutta Italia grazie alla sua assidua presenza alle più importanti mostre nazionali di Venezia, Milano, Torino, Bologna, Genova, Firenze, Roma, Como, Verona, Gorizia, Trento e Palermo. Ottenne notevoli apprezzamenti e riconoscimenti anche alle esposizioni internazionali di Berlino, Monaco di Baviera, Vienna, Londra, Parigi, Nizza, San Pietroburgo e Chicago. Alcune sue tele, come “Poesia della Montagna”, “Piccolo Cantiniere” e il ritratto di “Don Giuseppe Grazioli”, sono state acquistate all’epoca dal Comune di Trento, “Mendicante” dal Regio Governo italiano e “Nozze d’oro” dall’imperatore Francesco Giuseppe ed ora conservata presso la Osterreichische Gaiene Belvedere di_Vienna. I suoi dipinti sono di elevato interesse pittorico, in quanto espressione di un’arte legata alla realtà quotidiana, contraddistinta da un inconfondibile stile personale che possiamo definire poetico e magico, perché rivolto alla ricerca della calda e rassicurante atmosfera del Trentino, ma anche di valore storico, in quanto testimonianze di usi, costumi e di luoghi ormai scomparsi della nostra amata provincia. |
Uomo sereno, Eugenio Prati ha saputo ritrarre con sponta neità e brio la dura vita di campagnadel tempo cogliendo gli stati d’animo, gli aspetti piacevoli e dolorosi della realtà. Nelle sue opere immortalò i monti e i boschi della Valsugana e del Trentino, il lago di Caldonazzo e la gente comune della nostra terra, stabili un continuo colloquio con la natura e lo spirito libero che lo contraddistinse lo portò ad un’espressione artistica che difficilmente possiamo circoscrivere ad una particolare scuola. Le delicate tonalità di colore, gli indachi, i rosa, gli ocra, sono espressione di una sensibilità rivolta alla realizzazione dell’armonia integrale dell’opera. L’evanescenza di colori sovrapposti e le mescolanze ottiche esaltano una luminosità unica d’intensità sfuggente e magica. Dal 1893 al 1907 Eugenio Prati visse a Trento con la famiglia e dimorò al secondo piano dell’attuale numero civico 11 (all’epoca n. 3) di via Grazioli, dove avviò una piccola scuola di pittura. Scomparve a Caldonazzo 18 marzo 1907. La sua morte destò un generale sconforto e tra tutti si cita l’intervento di Cesare Battisti su Vita Trentina del 16marzo 1907: “Chi non lo conosceva a Trento? Egli era qui amato e apprezzato, non solo come artista valoroso che dava gloria alla terra nostra ma come uomo generoso, come amico sincero di ogni buona causa. Pare a noi impossibile dover rassegnarci a non vedere più per le vie di Trento, o lungo le sponde del lago di Caldonazzo, la bonaria figura del pittore che aveva prediletto il soggiorno fra le Alpi natie. Altri dei nostri grandi avrà conquistato maggiori allori; nessuno s'era come lui guadagnato così vivo l'unanime affetto. E non era che un giusto ricambio. Poiché al pari della sua vita, tutta affetto, tutta dolce e soave poesia furono le sue tele, nelle quali così spesso rivive e splende l’immagine della patria nostra nelle sue gioie come nei suoi dolori, nel fulgore splendido della natura, come nell’asprezza della vita.” La mostra presenta cinquantasei opere allestite nella sala Falconetto e nella sala Busti; si tratta di oli e acquerelli provenienti da numerose collezioni private italiane e dal Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto: alcuni di essi sono esposti al pubblico per la prima volta. Le opere esposte coprono un ampio arco cronologico di intensa attività artistica: quadri di figura, scene di genere, paesaggi e nature morte compiuti tra il 1880 e il 1906, legati alla natura e agli ambienti tipici del Trentino indagati con delicatezza e amore. Accanto a questi soggetti, il ritratto della baronessa Giulia Turcati, nobildonna trentina, eseguito a Firenze nel 1877, significativa testimonianza dell’attività pittorica del primo periodo.Sono presenti numerosi soggetti compiuti durante il soggiorno ad Agnedo (1880-1893) - il periodo più celebre e, accanto a questi, alcuni bozzetti preparatori di estremo interesse in quanto permettono di studiare più a fondo le tecniche utilizzate dall’artista. Nella Sala Busti oltre a importanti studi preparatori e acquerelli, si trovano preziosi documenti storici. |
Pozza di Lefre, 1890
Ottobre, olio su tela del 1906
|