FRANCAVILLA  - TUTTI AL MARE right

       a Francavilla

  

Francavilla, il mare di Chieti

La mattina due erano i punti in cui si formavano gli equipaggi: la Villa Comunale e davanti al Bar Vittoria di Giustino Picconcirìo, e una sola la destinazione: Francavilla. A cui aggiungevamo beach, giusto una bottarella d’esotico, perché eravamo figli di Elvis e fratelli dei Beatles e, raggranellate le lire per la benzina, via per coste e valli, in uno sgasamento di discese ardite e di risalite. Qua fermandoci a rubare le pesche nella campagna di Ricciardi, là a fregare l’uva nella vigna di un tale cafone che se ci acchiappa­va ci troncava le cosse. Infine, in languida katabasi, ecco la spiaggia: Mare, Mare! La sera la suonata era diversa, perché la sera declinava a malandrina e gli equipaggi erano selezionati in nome di astute manovre, di complicità precarie e di affinità selettive. Già perché se io cercavo di mettere su una sto­ria con Graziamaria non potevo fare coppia con Fefè che spasi­mava per la stessa, mi sceglievo Cecè che anfanava per Marialetizia che era Iamichetta del cuore di Graziamaria, logico no? Quin­di, cenati, di nuovo a Francavilla, ma tra i tavolini all’aperto del Caffè Sirena, il trocador delle serate di noialtri chietini. William Cotenna, all’anagrafe Del Vecchio, tale e quale sputato a quel campione brasiliano di basket, e del resto anche lui ci dava del tu, al pallone, accoglieva o espelleva, appello non c’era. I suoi due metri, la pelle nera di natura e di sole, gli occhi un po abbottati e ardenti come il carbone di cui fa commercio satanasso, il fumo delle Gauloise che fuorusciva in biblico turbine, come spinto da un mantice di magia, dalle ampie e imbizzarrite froge, facevano di lui il monarca assoluto. Se gli andavi bene, in base a certi suoi imper­scrutabili parametri, quando organizzava le comitive, quelle vere, quelle piene di ragazze forestiere belle e si andava alla Racchetta a Montesilvano, al Ranch 70 sotto a Torrevecchia o, massimo dei massimi, sul terrazzo della villa di Bubi Durini a San Silvestro, lui ti permetteva di unirti e potevi dirti arrivato. Avevi fatto un bel passo avanti per goderti un’intera estate da ricordare, altro che le tre striminzite settimane della canzone di Califano. I suoi migliori amici Vanni, Peppinuccio, Cesare, Bubi e lo stesso William non ci sono più. Il destino, che spesso è un vomito, se li è portati via prima del tempo. Questo ricordo di fine anni sessanta è per loro.

Gia: Mare, Mare!La sera la suonata era diversa, perché la sera declinava a malandrina e gli equipaggi erano selezionati in nome di astute manovre, di complicità precarie e di affinità selettive. Già perché se io cercavo di mettere su una sto­ria con Graziamaria non potevo fare coppia con Fefè che spasi­mava per la stessa, mi sceglievo Cecè che anfanava per Marialetizia che era l'amichetta del cuore di Graziamaria, logico no? Quindi, cenati, di nuovo a Francavilla, ma tra i tavolini all’aperto del Caffè Sirena, il trocador delle serate di noialtri chietini. William Cotenna, all’anagrafe Del Vec­chio, tale e quale sputato a quel campione brasiliano di basket, e del resto anche lui ci dava del tu, al pallone, accoglieva o espelleva, appello non c’era. I suoi due metri, la pelle nera di natura e di sole, gli occhi un po abbottati e ardenti come il carbone di cui fa commercio sata­nasso, il fumo delleGauloise che fuorusciva in biblico turbine, come spinto da un mantice di magia, dalle ampie e imbizzarrite froge, facevano di lui il monarca assoluto. Se gli andavi bene, in base a certi suoi imperscrutabili parametri, quando organizzava le comitive, quelle vere, quelle piene di ragazze forestiere belle e si andava alla Racchetta a Montesilvano, al Ranch 70 sotto a Torrevecchia o, massimo dei massimi, sul terrazzo della villa di Bubi Durini a San Silvestro, lui ti permetteva di unirti e potevi dirti arrivato. Avevi fatto un bel passo avanti per goderti un’intera estate da ricordare, altro che le tre striminzite settimane della canzone di Califano. I suoi migliori amici Vanni, Peppinuccio, Cesare, Bubi e lo stesso William non ci sono più. Il destino, che spesso è un vomito, se li è portati via prima del tempo. Questo ricordo di fine anni sessanta è per loro.


 

 
  

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Antonio@Enio