a
Francavilla al mare
L'Italia
si rimette in marcia, c'è anche chi può permettersi la
barca e caricare a bordo le signorine. Ma alle ragazze non
è ancora permesso di uscire da sole; c'è sempre un
cugino o un fratellino che le accompagna e controlla da
vicino la situazione
Un’estate
anni 60. La
mattina due erano i punti in cui si formavano gli
equipaggi: la Villa Comunale e davanti al Bar Vittoria, e
una sola la destinazione: Francavilla. A cui
aggiungevamo beach, giusto una bottarella d’esotico,
perché eravamo figli di Elvis e fratelli dei Beatles e,
raggranellate le lire per la benzina, via per coste e
valli, in uno sgasamento di discese ardite e di risalite.
Qua fermandoci a rubare le pesche nella campagna di
Ricciardi, là a fregare l’uva nella vigna di un tale
cafone che se ci acchiappava ci troncava le cosse.
Infine, in languida katabasi, ecco la spiaggia: Mare,
Mare! La sera la suonata era diversa, perché la sera
declinava a malandrina e gli equipaggi erano selezionati
in nome di astute manovre, di complicità precarie e di
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affinità
selettive. Già perché se io cercavo di
mettere su una storia con Graziamaria non
potevo fare coppia con Fefè che spasimava
per la stessa, mi sceglievo Cecè che
anfanava per Marialetizia che era
l’amichetta del cuore di Graziamaria,
logico no? Quindi, cenati, di nuovo a
Francavilla, ma tra i tavolini all’aperto
del Caffè Sirena, il trocador delle serate
di noialtri chietini. William Cotenna,
all’anagrafe Del Vecchio, tale e quale
sputato a quel campione brasiliano di
basket, e del resto anche lui ci dava del
tu, al pallone, accoglieva o espelleva,
appello non c’era. I suoi due metri, la
pelle nera di natura e di sole, gli occhi un
pò abbottati e ardenti come il carbone di
cui fa commercio satanasso, il fumo delle
Gauloise che fuorusciva in biblico turbine,
come spinto da un mantice di magia, dalle
ampie e imbizzarrite froge, facevano di
lui il monarca assoluto. Se gli andavi bene,
in base a certi suoi imperscrutabili
parametri, quando organizzava le comitive,
quelle vere, quelle piene di ragazze
forestiere belle e si andava alla Racchetta
a Montesilvano, al Ranch 70 sotto a
Torrevecchia o, massimo dei massimi, sul terrazzo
della villa di Bubi Durini a San Silvestro,
lui ti permetteva di unirti e potevi dirti
arrivato. Avevi fatto un bel passo avanti
per goderti un’intera estate da ricordare,
altro che le tre striminzite settimane della
canzone di Califano.
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